
Mentre si manifestano sintomi prolungati dell’infezione da COVID in una percentuale stimata attorno al 5 per cento degli ammalati, un elemento salta all’occhio: milioni di dati sono stati raccolti per la prima volta in tempo reale da una APP.
Il COVID-19 potrebbe avere degli strascichi su una percentuale non irrisoria degli ammalati, con sintomi di varia natura che persistono per settimane. Uno scenario emerso sia nel Regno Unito* sia in Italia dove si comincia a parlare del Sindrome da Covid-19**. “In una percentuale pari al 5%-10% come recentemente pubblicato da Science – ha dichiarato Luigi Pusterla, primario di Malattie Infettive all’ospedale Sant’Anna dell’ASST Lariana – oltre ai polmoni è emerso che Covid-19 può danneggiare cuore e vasi sanguigni, reni e cervello, intestino, occhi e perfino le dita delle mani e dei piedi”.
A lato di questi elementi di importanza medica esiste un ulteriore aspetto da considerare: il modo attraverso il quale i dati sono stati raccolti ovvero in tempo reale attraverso una APP.
Già oltre un mese fa la la COVID-19 Tracker APP*** sviluppata dall’equipe del Prof. Tim Spector del King’s College London, stava monitorando tra i 3 e i 4 milioni di utilizzatori che potevano impiegare un minuto al giorno per riportare i propri sintomi. È stato raccogliendo e analizzando questi dati che emersa una tendenza non rilevata prima: 200mila pazienti (circa il 5 per cento del totale ) manifestavano sintomi prolungati e variabili, alcuni per oltre 6 settimane.
Diverse implicazioni possono derivare da questa analisi: non ultima quella di offrire alle persone che soffrono di sintomi prolungati – tra i quali stanchezza e malesseri diffusi – una spiegazione della loro condizione. Per molti, infatti, alla malattia si era aggiunto il peso dell’incomprensione e dell’incredulità verso se stessi e da parte dei loro cari per il prolungarsi inspiegabile della loro debolezza.
I ricercatori stessi hanno parlato di un “early warning radar”: uno strumento che permetterà di capire – anche attraverso sintomi inusuali – quali categorie potrebbero essere più a rischio e quale sia il decorso della malattie nelle sue varie sfaccettature.
Ad emerge nel complesso è una svolta nel rapporto tra medicina tecnologia: quella del Covid-19 potrebbe essere ricordata, infatti, come la prima epidemia ‘digitale’ della storia. La prima nella quale gli epidemiologi hanno potuto seguire lo sviluppo della malattia e raccogliere milioni di dati su sintomi e loro evoluzione in tempo reale. Una capacità insperata dagli epidemiologi del passato ed una che ben illustra nella pratica il crescente ruolo svolto dai dati e dai device digitali nel campo della salute.
* ‘Weird as hell’: the Covid-19 patients who have symptoms for months – The Guardian 15 maggio 2020 ** Emergenza Coronavirus, Luigi Pusterla, primario di Malattie Infettive: “Dovremo imparare a convivere con mascherine, distanziamento sociale, lavaggio quasi ossessivo delle mani” – Comunicato Stampa ASST Lariana – 20 maggio 2020
***UK app aims to help researchers track spread of coronavirus – The Guardian 24 marzo 2020
- Tommaso Vesentini
- Maggio 28, 2020