Umbria Cinema Festival, mettere in scena gli eventi


Claudio Malucchi e Sofia Menichini raccontano la nuova sfida di Beryllium, che passa per la settima arte e l’organizzazione di eventi.

Portare il cinema tra le persone, organizzare e riportare gli eventi in presenza, connettere luoghi e valorizzarli. Tra le sfide recenti di Beryllium c’è la prima edizione di “Umbria Cinema Festival”, tenutasi a Todi dal 17 al 19 settembre. Nata dalla collaborazione con l’Umbria Film Commission presieduta dal regista Paolo Genovese, Regione Umbria e Comune di Todi, la tre giorni ha visto impegnati in prima linea, per Beryllium, il capo progetto Claudio Malucchi e Sofia Menichini. Abbiamo chiesto a loro di raccontarci questa esperienza che segna un importante turning point per l’azienda, alle prese con un prodotto culturale che prima non esisteva.

Cosa è l’Umbria Cinema Festival? E cosa ha rappresentato professionalmente?

Malucchi: “E’ un evento pensato per portare il cinema fra le persone, eliminando le barriere fra il pubblico e i protagonisti della settima arte. Ma è anche molto di più. È un progetto che si inserisce all’interno di un percorso di valorizzazione del territorio umbro, iniziato con l’istituzione dell’Umbria Film Commission, e che ha come obiettivo quello di portare in Umbria le migliori produzioni cinematografiche italiane e straniere. L’edizione di quest’anno, poi, ha rappresentato anche una ripartenza dopo le difficoltà affrontate a causa della pandemia sia a livello sociale che economico.

A livello professionale, e anche personale, realizzare questa prima edizione è stata una grande sfida, faticosissima e bellissima al tempo stesso, il cui successo è motivo di orgoglio sia per me che per tutta l’azienda. Abbiamo dovuto creare qualcosa che prima non esisteva, lavorando con le istituzioni locali e fornitori nuovi e affrontando ogni giorno nuove difficoltà che grazie al lavoro di tutto il team siamo riusciti a superare. L’aver coordinato l’intera macchina organizzativa rimarrà per sempre uno dei ricordi professionali più intensi della mia carriera e non vedo l’ora di buttarmi a capofitto nella programmazione della prossima edizione nel 2022”.

Menichini: “L’Umbria Cinema Festival è stata la connessione fra il mondo del cinema e il territorio umbro, un’occasione per incontrare e conoscere persone del mondo dello spettacolo in una cittadina come Todi, caratterizzata da elementi architettonici e luoghi di aggregazione unici in tutto il territorio. Il festival è stato creato in collaborazione con la Pubblica amministrazione, l’Umbria Film Commission e il mondo del cinema/spettacolo. Unire diverse persone è stata una grande sfida, soprattutto per il capo progetto Claudio Malucchi, che è riuscito a mettere tutti in accordo, anche se a volte con difficoltà.

Professionalmente è stata un’esperienza pazzesca, piena di adrenalina, stress, entusiasmo e anche tante risate. È stato bello ricominciare a fare eventi in questo modo, soprattutto essere un team unito e pronto ad affrontare il grande evento”.

Passare dalla comunicazione virtuale all’organizzazione reale di un evento come è stato?

Malucchi: “Possiamo riassumere tutto in un’unica parola: adrenalinico. Si lavora per mesi interi, alle volte anche anni, per un singolo momento e sai che tutto dovrà andare bene perché gli eventi sono come il teatro… deve essere buona la prima perché non c’è modo di tornare indietro. Tutto deve funzionare al primo tentativo affinché l’evento riesca bene. E devo ringraziare tutto il team, con Sofia in testa, per aver reso la macchina organizzativa efficiente in ogni aspetto.

Menichini: “Un’emozione fantastica! Mi occupo di eventi da diversi anni e ritornare all’evento fisico mi ha fatto ricordare perché ho scelto questo lavoro. Sicuramente ci sono stati momenti di grande panico, ma la cosa più bella è stata riaffrontare, di persona, ogni esigenza e risolvere i problemi dell’ultimo momento. Non mi era ancora capitato di confrontarmi con una realtà di questo genere, appena tornata ero distrutta, ma dopo due giorni ero pronta a ricominciare subito. Per me l’evento è sempre stato fisico, si vivono emozioni che il virtuale non riesce a trasmettere. Spero che questo festival sia stato solo l’inizio di tanti altri eventi di questo tipo.

 

Quali skill e strumenti avete utilizzato?

Malucchi: “Pazienza… tanta pazienza (ride ndr). Scherzi a parte, abbiamo avuto tempi di programmazione molto lunghi rispetto alla fase organizzativa vera e proprio, passando attraverso diversi momenti di incertezza dovuti soprattutto al periodo che stiamo vivendo. Ad inizio anno non sapevamo SE, con le limitazioni dovute al covid, avremmo potuto organizzarlo e successivamente COME lo avremmo realizzato. Forse più delle skills professionali, in questo caso, hanno contato la determinazione, la voglia di creare qualcosa di bello e soprattutto la capacità di saper mediare fra le varie istanze in gioco, perché, come normale che sia, essendo la prima edizione ognuno dei soggetti coinvolti voleva dare un proprio imprinting alla manifestazione.

Menichini: “Sicuramente tanta pazienza e tanto stress. Ma direi che lo strumento più importante che ha permesso di realizzare l’evento è stato il team, siamo riusciti a fidarci e allo stesso tempo ad aiutarci nei momenti giusti, anche i colleghi che sono venuti per partecipare all’evento alla fine si sono messi a lavorare e sono stati fondamentali per tutti noi”.