Presidente per un minuto

La Presidenza della Repubblica è ormai stata decisa. Gli scatoloni – mai stati chiusi – di Mattarella sono stati nuovamente svuotati e, con sapore “dolce-amaro, Sergio è salito ancora al Colle.  

Una corsa di sei giorni che ha portato ad un risultato storico: con 759 voti, l’attuale capo dello stato sale sul podio come secondo presidente più votato nella storia del paese. Uno scenario travagliato che ha decretato la sconfitta dei leader di partito: la difficoltà di trovare un nome univoco ha evidenziato l’attuale debolezza e la volatilità delle idee presenti all’interno dei palazzi istituzionali. 
I grandi elettori hanno proposto decine di nomi, ma quali sarebbero stati gli scenari se questi “Presidenti per un minuto” avessero davvero vinto le elezioni?  

Mario Draghi: potere temporale e potere spirituale. Mario Il Grande, adorato ma temuto da tutti, governa sull’Italia dall’alto del suo “Whatever it takes” (e i draghi, con la “d” minuscola proteggono la sua regia poltrona). 

PierFerdinando Casini: democristiano, moderato, un po’ a destra, un po’ a sinistra, equilibrio e pochi casini. 

Maria Elisabetta Alberti Casellati: si accorge clamorosamente che mentre stava al telefono si è persa dei voti in suo favore e con la riconta diventa PdR. Abolisce la legge 194, introduce la castrazione chimica e impone la castità prima del matrimonio. Poi si accorge che in Italia non nasce più nessuno e diventa la migliore amica del senatore Zan. 

Elisabetta Belloni: meglio non dire niente… lei lo verrebbe a sapere… 

Silvio Berlusconi: l’uomo più divisivo d’Italia seduto sulla poltrona del compromesso. “Grande è la confusione sotto il cielo ma il bunga bunga è eccellente!”   

PierLuigi Bersani: organizza una Internazionale dei chierichetti per ribaltare il potere del Papa e instaurare il regime proletario della Chiesa. Ma il Muro di particole si scioglie alla prima pioggia e il sogno svanisce. Dannati “Giudizi universali”.

Umberto Bossi: verranno tolti il rosso e il bianco dalla bandiera, l’Alberto da Giussano trionferà su Garibaldi e l’Italia diventerà il sogno di una Grande Padania Sovrana con Venezia capitale. Presterà giuramento in canottiera e ci sarà prosecco per tutti.

Adriano Galliani: il Condor sorvola sul Parlamento alla ricerca di onorevoli a parametro zero. Le sue esultanze esagerate: un apostrofo rossonero tra le parole Ripresa e Resilienza.

Bruno Vespa: come Gianni Morandi “Apre tutte le porte”, o solo la sua. Farebbe firmare tutti i programmi di governo in diretta tv. 

Luca Zaia: tutti lo vorrebbero, nessuno lo prende. È già arrivato il preventivo dei cartelloni per spiegare ai parlamentari come funziona lo spread (rigorosamente in dialetto veneto). 

Alberto Angela: pochi fronzoli, il sogno di tutti gli italiani è vederlo a capo dello stato, ma dal giorno della sua elezione sono obbligatorie lauree magistrali per tutti e ripassoni giornalieri sull’Impero Romano d’Occidente. Avete voluto la bicicletta… 

Giovanni Rana: finalmente il nonno d’Italia ha il riconoscimento che si merita. Dire che ci sarebbero scorte di tortellini per tutti sarebbe scontato, bisogna guadagnarsele. Quindi su le maniche e giù di Mattarella. 

Rocco Siffredi: ha impostato la sua campagna elettorale presentandosi come uno che lavora duro. Per sapere come sarà la sua Presidenza confermate di essere maggiorenni. 

Roberto Mancini: l’unico in grado di unire tutti gli italiani nello stesso coro: quello di “Notti magiche”. Pochi mesi dopo la nomina è costretto a dare dimissioni anticipate per impegni improrogabili e fondamentali per il Paese, come dargli torto? 

Amadeus: per distacco il migliore per condurre il Paese. Sanremo viene proclamata la capitale e vige l’obbligo di ridere ad ogni battuta, anche se non fa ridere. 

Gigi D’Agostino: ve lo immaginate il discorso di fine anno sulle note di “L’amour toujours”? Basta questo.