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L’idea di Beryllium è nata 5 anni fa, in un piccolo open space a San Lorenzo.
Non sapevamo ancora che sarebbe stato questo il nome ma sicuramente una cosa la sapevamo: dove volevamo arrivare.
Visionari, forse pazzi, sicuramente pugnaci e un po’ sbruffoni come quattro ragazzi poco più che trentenni potevano essere.
Di fronte a noi avevamo solo uno schema su una slide, piuttosto brutale ed essenziale. Lo avevo buttato giù qualche settimana prima, provando a sintetizzare pensieri che mi frullavano in testa da un po’ di tempo.
L’idea di base non era affatto rivoluzionaria: creare una holding di comunicazione Made in Italy.
Era il modo in cui volevamo farlo che voleva essere rivoluzionario.
Partire dalle verticali, costruendo prima qualità e specializzazione per passare poi al contenitore orizzontale.
Adottare un business model obliquo e scalabile, che non scaricasse sul cliente i costi dell’intera struttura ma mantenesse comunque alti standard qualitativi, dinamicità e pricing competitivi.
Puntare su un fortissimo impianto analitico e strategico prima ancora che creativo.
Ripensare il concetto stesso di creatività, slegandola dalla gabbia del layout per applicarla nella struttura ideativa di ogni concept, progetto o azione comunicativa.
Partire con collaboratori e collaboratrici giovani, non ancora imbrigliati in schemi classici da agenzia, che fossero malleabili e adattabili ad una struttura che ci eravamo creati su misura.
Un mese fa è nato Beryllium.
Siamo solo all’inizio ed è presto per fare ringraziamenti, con due sole eccezioni: i clienti che hanno deciso di avere fiducia in noi e soprattutto i nostri ragazzi e ragazze, oggi professionisti come pochi se ne trovano in giro, che hanno creduto in un’idea e al nostro fianco l’hanno resa viva e forte.
Dopo cinque anni, noi siamo ancora qui, solo un po’ più invecchiati.
Ma ancora più visionari, forse pazzi, sicuramente pugnaci e un po’ sbruffoni come quattro uomini quasi quarantenni potrebbero essere.
Gaetano Grasso