It was 2020: Cronaca semi-epica di un anno complicato

Sembra incredibile, ma il 2020 non è eterno. Lo abbiamo percepito come tale, vivendo un anno che non dimenticheremo mai. Siamo cresciuti, siamo cambiati, ci siamo evoluti, a volte abbiamo fatto qualche passo indietro. É possibile ripercorrere le tappe di questo strano percorso? Ci abbiamo provato

20 gennaio 2020 – Fermo immagine 

Siamo partiti col botto, non c’è che dire.

Nuova sede, la nascita ufficiale di beryllium, un team in parte rinnovato, sul tavolo tante idee e progetti. Un business model in fase evolutiva ma solido, un parco clienti fidelizzato ed in crescita. 

Un radioso – seppur faticoso – futuro all’orizzonte. 

Febbraio 2020 – Darwin aveva ragione

È arrivata la pandemia, quel virus col nome di una missione spaziale, l’incertezza che per la prima volta non è “cosa faremo noi” ma “cosa succederà nel mondo”. 

Ed è lì, nello scenario più imponderabile che ciascuno di noi avesse mai vissuto, che tra le tante reazioni possibili abbiamo scelto quella che per noi era davvero l’unica praticabile: contrattaccare.

 

Marzo 2020 – Terza legge della dinamica

Avremmo potuto stare fermi, come hanno fatto in molti, ad aspettare per vedere cosa sarebbe successo. Ma abbiamo deciso che non potevamo permettercelo. Forse per paura. O forse per arroganza. Abbiamo agito subito. In pochi giorni la nostra fluidità, croce e delizia di un gruppo in fase di rapida espansione, è diventata reazione: organizzativa, logistica, di business model.

Mentre qualcuno era troppo grande per investire su un percorso troppo incerto e moltissimi altri troppo piccoli per sostenere un cambio così repentino, noi eravamo già in azione.

Marzo 2020 – 555 Bi-Zona

Nel momento più duro, ci siamo scoperti molto più squadra di quanto pensassimo. Dal primo all’ultimo arrivato. Chi ci ha messo le idee, chi i contatti, chi le relazioni, chi il tempo, chi un consiglio. Abbiamo macinato progetti, letture, brainstorming, kilometri di scrittura. Abbiamo immaginato un nuovo mercato prima che questo prendesse forma e quando quello che avevamo prospettato si è concretizzato eravamo li, pronti, in attacco. 

Aprile/Settembre 2020 – Metti muto 

Ogni giorno, per tutto il lockdown, ci siamo ritrovati ogni mattina alle 10:00 in videocall per un saluto, una battuta, un’idea. Per dirci che c’eravamo, fianco a fianco, in quella trincea. Poi ore e ore di call interne, con i clienti, con i prospect. Abbiamo sorriso, discusso, urlato, litigato. Condiviso idee, progetti e paure. Abbiamo cambiato il nostro modo di lavorare, di condividere, di decidere. Ci siamo presi la responsabilità di guidare i nostri clienti in una fase terribilmente incerta, spingendoli a non stare in attesa ma ad affrontare a viso aperto il momento. 

Dicembre 2020 –  In alto gli scudi

Non siamo stati perfetti, ma oggi siamo più forti di prima. Il team è cresciuto in qualità e quantità, nessuno ha fatto un solo giorno di CIG, il parco clienti ha visto l’ingresso di player di livello mondiale. Abbiamo sbagliato – e tanto – ma abbiamo anche imparato. Quello che avremmo voluto fare in 3 anni lo abbiamo dovuto fare in 8 mesi. Ma non abbiamo mollato di un centimetro. 

Non sappiamo cosa ci riserverà il 2021. Né come andrà a finire o cosa ne sarà di noi. Ma di una cosa siamo certi. Qualunque cosa accada, la affronteremo a viso aperto, come una squadra, con lo stesso furore e determinazione che oggi sappiamo di avere.

 

2020 – Grazie

Grazie a chi c’era in questo 2020. Ma soprattutto a chi ci sarà.

Grazie Claudio, Marina, Mauro, Camilla, Marco,

Francesco P., Francesco C., Claudio M., Sofia, Giorgia, Linda, Alberto, Marco N., Francesca, Alessio, Raph, Francesco Cr., Stefano, Lucha, Giulia, Martina, Marco S., Greta, Sara, Laura, Marco Pi., Eros, Daniela, Benedetta, Fabrizio, Stefania, Cecilia, Tommaso, Diana, Josephine, Manuela, Gaia, Monica

Grazie a ciascuno di voi. 

Felice di avervi accanto in questo ennesimo nuovo inizio.

Claudio Lo Tufo, Camilla Morabito, Gaetano Grasso, Marco Oliveri, Marina Rampin, Mauro De Clemente
Gaetano Grasso
Gaetano Grasso, Marina Rampin