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Dalle prospettive di vita personali ai mercati internazionali, lo studio “Covid-19: a game changer for Media and Purchasing” realizzato da GroupM offre uno spaccato su come la pandemia abbia influenzato valori e consumi.
Quando abbiamo brindato al nuovo anno, sicuramente non ci aspettavamo un 2020 all’insegna di una pandemia mondiale. C’è chi sperava di poter finalmente fare quel viaggio intorno al mondo che sognava da anni, chi aspettava un nuovo contratto di lavoro, chi voleva cambiare città, chi, invece, sperava semplicemente nel meglio come si è soliti fare allo scoccare della mezzanotte dell’ultimo giorno dell’anno.
Secondo lo studio del GROUP- Data&Technology il COVID-19 ha completamente cambiato le carte da gioco della vita.
Il 2020 ha segnato il presente e il futuro del mondo: il Covid 19 ha influito sulla vita quotidiana, sulle abitudini e inevitabilmente anche sui mercati. Lo studio del GroupM Data&Technology lo conferma.
Attraverso l’identificazione di quattro prototipi di consumatori, analizzando variabili quali il livello d’ansia personale e la percezione della crisi finanziaria ed economica, sono emersi diversi comportamenti.
I “proattivi” (17%), gli “angosciati” (26%), i “sicuri” (31%) ed i “tesi” (26%) raccolgono con le loro aggettivazioni lo spirito con cui il mondo si sta interfacciando alla pandemia.
Il 77% delle persone a livello globale non aspetta altro che tornare alla vita normale. Ma siamo sicuri che ciò che per noi prima era “normale” lo sarà anche dopo il Covid- 19?
I valori e le prospettive sono cambiati. Le preoccupazioni sono slittate su una scala valoriale differente.
Circa il 61% della popolazione mondiale infatti ha come preoccupazione primaria la salute personale e della propria famiglia, seguiti da coloro i quali domano con difficoltà la paura della diffusione del virus. C’è chi non si sente al sicuro fino al giorno del vaccino e circa il 44 % ha come cruccio la situazione finanziaria sia personale che del proprio paese.
Tutto ciò ha influenzato il nostro modo di interfacciarci al mondo. Le persone costrette a restare a casa hanno fatto slittare il consumo dei media verso videogiochi, internet TV, radio offline e shopping online. Nuove abitudini che hanno portato a registrare un picco di utilizzo dei videogames nettamente superiore agli altri media, con un incremento del 47% giornaliero. E a cambiare è stata anche l’audience: donne, anziani e persone ad alto reddito si sono interfacciati in questo nuovo contesto in misure inaspettate.
I giochi sono risultati essere un rifugio perfetto dalla realtà drammatica e in generale si può affermare che il digitale sia diventato linfa vitale per tutti, ovunque, e la chiave per la sopravvivenza.
Attraverso diverse attività, l’audience è stata costretta ad adattarsi al mondo online per gestire il lavoro, per comunicare e imparare.
Le piattaforme digitali di diverse tipologie, da quella per gli eventi a quella dei podcast, da quella per lo studio a quella per il tempo libero, hanno avuto un incremento nell’utilizzo pari al 21% giornaliero.
L’ e – commerce è diventato un punto di riferimento per tutto il mondo con una crescita degli acquisti in rete esponenziale, tanto che molte realtà commerciali, di piccola o media grandezza, si sono dovute adattare a questa nuova tendenza del mercato, affiancandosi ai “grandi” dell’online che durante la pandemia sono cresciuti ulteriormente.
Il Covid-19 ha modificato inoltre il nostro modo di comunicare. Il naturale desiderio degli esseri umani di entrare in contatto tra loro ha fatto crescere di circa il 31% l’utilizzo della comunicazione digitale, tanto che nel mese di marzo del 2020 circa 62 milioni di persone hanno scaricato applicazioni per videoconferenze.
La pandemia ha cambiato anche il ruolo degli influencer: il pubblico richiede autenticità, desiderano interfacciarsi con persone che condividano la difficoltà della quotidianità con contenuti veri, profondi e assolutamente non frivoli o materialisti.
I valori sono ufficialmente cambiati ed è possibile notarlo anche nei comportamenti di consumo.
I consumatori sono ora più attenti nello spendere il proprio denaro, si focalizzano sull’essenziale a discapito del frivolo: circa l’85% ammette di aver cambiato il proprio modo di fare acquisti. Si aspettano promozioni o saldi, si fa la spesa giorno per giorno, si predilige il pagamento dilazionato e l’utilizzo di carte di credito.
È avvenuta una rivalutazione dei bisogni.
Il focus dei consumatori si è spostato sul piano della salute e della salvaguardia dei mercati locali. Basta guardare il consumo di supplementi vitamici, che negli ultimi tre mesi è cresciuto di circa il 60%, o come durante il lockdown si stato riscoperto l’amore per lo shopping a km 0 e per il supporto alle proprie comunità.
I valori sono stati riscritti, la tecnologia è diventata indispensabile nella vita di tutti, si ricerca dai brand empatia, onestà e trasparenza, così come li si vuole nella vita “vera”. La sopravvivenza di un mercato è oggi basata su una comunicazione appropriata alle condizioni di vita mutevoli dei consumatori.
Prospettive cambiate, valori modificati, relazioni in bilico tra l’online e l’offline.
E se fosse proprio il Covid-19 ad essere l’influencer dell’anno?